Nel secolo scorso, uno psichiatra che lavorò nei campi profughi della prima guerra mondiale e si trasferì negli Stati Uniti, appena prima dell’ascesa del Terzo Reich, elaborò un metodo per consentire al singolo di avere uno spazio da protagonista e offrire al gruppo un momento di condivisione e restituzione: il medico era Jacob Levi Moreno e il metodo fu chiamato Psicodramma.
Psicodramma perché si tratta di un metodo attivo, in cui più che narrare si agisce e ci si relaziona con un intreccio spontaneo tra le proprie esigenze individuali e le richieste della realtà.
Il metodo moreniano consente di esprimere il proprio vissuto, di concretizzarlo per osservarlo da diversi punti di vista, portando a prendere confidenza con gli altri e ad accogliere l’invito a progettare il cambiamento da protagonisti.
Tramite un’esperienza globale (corpo e mente, parola e azione, emozione e ragionamento) si potenziano senso di responsabilità e creatività costruttiva in quei processi gruppali, spesso carichi di mutevolezza e complessità, fisiologici all’interno di un’organizzazione.
Lo psicodramma è oggi ampiamente utilizzato nelle organizzazioni, perché capace di mettere realmente al centro le persone con l’intento di attivare le “umane risorse” che sono nell’organizzazione.
Un’azienda che riesce a sviluppare strategie per riconoscere le persone, sta loro permettendo di dare il meglio, di attivarsi e di creare processi relazionali capaci di esprimere maggior valore.
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